In antichità c'erano persone che concepivano l'idea della matrice mentale. Semplicemente mettevano in discussione la loro realtà sulla base delle loro convinzioni e delle condizioni prevalenti dell'epoca. È così che Cartesio riuscì a concepire l'idea del genio maligno nelle sue "Meditazioni metafisiche". Questo filosofo cattolico francese, che propose l'idea del "Penso, dunque sono", fu uno dei principali creatori di una concezione della matrice mentale che lo indusse a dubitare della sua realtà.
Cartesio fu uno di quegli uomini che, nel XVII secolo, si dedicarono a riflettere e a mettere in discussione tutto ciò che vedeva, sentiva e toccava. Cartesio fu uno di quegli uomini che riuscirono non solo a uscire dalla matrice mentale, ma anche a lasciare un'eredità o le fondamenta affinché, in futuro, altri potessero prendere la stessa iniziativa di essere pienamente consapevoli che, forse, tutto ciò che li circondava non era altro che una menzogna. Cartesio si sedette a riflettere e iniziò a mettere in discussione, basandosi sulla sua convinzione, che tutto ciò che percepiva nel mondo non fosse altro che un inganno. Ma un inganno da parte di chi? Beh, lo attribuì a un Dio, un Dio che cerca di farci vedere il mondo in modo diverso da come è in realtà.
Ogni cosa divenne un dubbio per Cartesio, il quale, anche da matematico, dubitava della veridicità di questa materia universale ed esatta. Ma perché dubitare? A quanto pare, il dubbio e il non-conformismo sono le uniche vie che possono condurci a una realtà assoluta, alla piena consapevolezza che non tutto ciò che vediamo è vero e che, dopo aver messo in discussione ogni cosa, possiamo darci l'opportunità di trovare qualcosa di più dell'ovvio.
Cartesio presumeva che tutte le nostre percezioni provenissero dalla nostra natura umana, la natura che il genio del male o Dio ha scelto per noi (a modo suo si rivolgeva al demiurgo).
Ma se fossimo strutturati diversamente? Se fossimo composti da altri elementi, percepiremmo il mondo allo stesso modo? È probabile che, in un simile scenario, la nostra capacità di percepire il mondo esterno sarebbe molto diversa. Forse tutto ciò che concepiamo con i nostri cinque sensi non sarebbe così, ma in un modo diverso.
Se così fosse, Cartesio aprì la possibilità che la matematica, che per le persone ha un'accuratezza universale, potrebbe non essere corretta dalla prospettiva di altri esseri.
Che la fisica, la chimica e le altre scienze che definiscono la realtà non siano altro che l'invenzione di un genio malvagio che ci ha messo in un mondo in cui percepiamo le cose come desidera. Pertanto, la nostra individualità, la nostra intelligenza, la nostra capacità di ragionamento sarebbero limitate all'invenzione di un essere che ha manipolato tutto a suo favore (ossia il demiurgo). E forse, quel genio malvagio ha anche manipolato tutto a nostro favore, o contro di noi.
Forse disastri naturali, epidemie e grandi guerre sono già premeditati, e sono semplicemente condizionati a reagire, credendo di agire come conseguenza delle nostre azioni o che la natura reagisca in questo modo attraverso un'azione autonoma. Quando in realtà tutto, assolutamente tutto, è organizzato per accadere secondo il capriccio di questo genio malvagio: dalla matematica più esatta alle decisioni più incerte. Ma chi è veramente questo Dio? Perché lo fa? Cartesio non fornisce troppe spiegazioni riguardo al genio malvagio. Tuttavia, gli diede quel nome per differenziarlo dal Dio cristiano, poiché, secondo quanto espresse durante la sua vita, il Dio cristiano era la fonte di tutto ciò che è buono e gentile, e qui commise un errore poichè il Dio cristiano e il Demiurgo sono la stessa cosa.Così, la figura del genio malvagio viene presentata come una controparte anch'essa creativa. Ma manipola l'uomo come un esperimento per capriccio, per divertimento, o chissà? L'unica cosa certa è che, da allora in poi, Cartesio seppe presentare al mondo il concetto di matrice mentale.
Ricorda che gli antichi saggi esponevano il demiurgo ma non vennero creduti dalla maggioranza appunto perchè in esse rispondeva il demiurgo.
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